mercoledì 16 luglio 2008

Caridina Multidentata



















Nome scientifico:
Caridina Multidentata(ex-japonica)
Nome comune:Gambero di Amano,Gambero di vetro Giapponese
Famiglia: Atyidae
Ordine: Decapoda
Classe: Malacostraca

Dimorfismo sessuale: La femmina risulta essere di dimensioni maggiori del maschio ed ha una zona addominale più grande del maschio.La puntinatura ai lati degli individui risulta essere più lineare nelle femmine,mentre nel maschio è decisamente puntiforme.

Informazioni Aggiuntive:(tratte dal sito di AP)In natura la caridina japonica si trova in Giappone, Corea e Taiwan nei ruscelli e nelle risaie, si ciba sopratutto di alghe, ma all'occorrenza svolge anche il ruolo di spazzino.
La japonica può raggiungere i 5\6 cm se nutrita con cibo per pesci, ma di solito in acquario si nutre per lo più di alghe e quindi si ferma a meno di 5cm.
Questo gamberetto presenta numerosi puntini rossi disposti sul corpo e lungo la schiena presenta una linea color rosso, il resto del carapace è trasparente e permette di vedere gli organi interni.
Presenta delle piccole chele utilizzate per strappare le alghe da legni e rocce, ma anche per afferrare resti di cibo.
Gli occhi sono neri e sulla testa vi sono poste le antenne che la aiutano a orientarsi e muoversi in acqua. Aspetta ad un italiano, Emiliano Dellabella, grande studioso di caridine, il merito di aver capito il dismorfismo sessuale che vi vado a spiegare: per riconoscere il maschio dalla femmina si possono guardare i puntini disposti lungo il corpo, nella femmina sono disposti in modo da formare una linea mentre nel maschio sono più distaccati, inoltre la femmina è di norma più grande del maschio e presenta le appendici natatorie più appuntite. Il modo comunque più sicuro è quello di vedere se vi è la presenza di uova sotto le pendici natatorie.
Le caridine japonica sono animali sociali che vanno allevati in gruppi molto numerosi di 15 esemplari come minimo per poter vedere le japonica svolgere il loro lavoro di mangia alghe anche a luci accese.
Sono molto timide e richiedono in vasca una folta vegetazione dove nascondersi, molto graditi sono il muschio di java e le piante che formano "tappeti".
A volte alcune caridine hanno la cattiva abitudine di assaggiare le foglie delle piante rosse. Questo può essere imputato al tipo di cibo a cui sono state abituate durante la crescita nell'allevamento. Oltre a cibarsi di alghe si nutrono anche di avanzi di cibo e appena presa confidenza possono anche prendere il cibo dalle dita, anche eventuali pesci morti vengono divorati dalle japonica e in presenza di avannotti molto giovani possono trasformarsi in predatori temibili.
Le alghe sono il loro cibo prediletto ma le alghe nere e marroni non vengono mangiate tranne quando sono molto giovani e tenere.
Gli acquari chiusi sono più adatti ad ospitare le japonica in quanto non rischiano di saltare fuori dalla vasca cosa che in acquari aperti può essere anche frequente se in vasca non vi sono abbastanza nascondigli e se sono presenti pesci aggressivi che inseguono le japonica in modo insistente.
I filtri interni a volte possono offrire rifugio alle japonica ma possono anche rimanere intrappolate quindi un buon coperchio e una rete fitta davanti alla bocca d'aspirazione del filtro è consigliabile.
Le japonica sono compatibili con la maggior parte dei pesci che ospitiamo nei nostri acquari. Alcuni pesci come discus e scalari possono rivelarsi aggressivi e possono cercare di mangiare le japonica, ma in presenza di una buona vegetazione non ce questo pericolo in quanto le japonica sono molto rapide nel rintanarsi tra le piante.
I valori dell'acqua non hanno molta importanza in quanto si adattano bene a tutti i tipi di acqua, ma un acqua con ph neutro o leggermente acido è preferibile.
Molta importanza, invece, è da attribuire alla durezza dell'acqua: un durezza media aiuta notevolmente la formazione dell'esoscheletro e quindi la frequenza delle mute sarà maggiore.
Molti sussultano a vedere le mute delle japonica scambiandole per cadaveri ma le mute si riconoscono in quanto sono aperte da un lato e sono opache e al minimo spostamento d'acqua si muovono.
Durante il periodo della muta la caridina è molto vulnerabile e tende a trovare un buon nascondiglio lontano dai pesci e anche dalle altre caridine, di solito sotto un tronco o qualche roccia oppure in intricati cespugli di piante.
Le caridine sono molte robuste ma sono sensibili all'ammoniaca e alle basse concentrazioni di ossigeno quindi in caso di trattamento medicinale e bene mettere in funzione un aeratore (cosa da fare anche per i pesci in quanto il consumo di ossigeno è maggiore), in buone condizioni di allevamento possono vivere per due o tre anni.

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