lunedì 25 agosto 2008

Riccia fluitans


Nome scientifico
Riccia fluitans
Famiglia
Ricciacee
Luogo di provenienza
Cosmopolita
Dimensioni
Altezza circa 0,5cm; Larghezza circa 5 cm
Descrizione e coltivazione
- Pianta galleggiante o da primo piano se appositamente legata a rocce o legni
- Illuminazione: piena luce
- Crescita: molto veloce
Temperatura
10°-28°
Valore pH
5 - 8
Valore gH
6 - 18


La Riccia fluitans ha un colore che va dal verde chiaro al verde-smeraldo; la specie più chiara cresce con una bassa illuminazione. In natura spesso forma uno strato sottile sulla superficie dell'acqua, ma nel fango prende una forma terrestre con corti rizoma, ancorandosi da sola sul fondo.
Il modo migliore e più naturale di coltivarla in acquario è quello di lasciarla galleggiare sulla superficie dell'acqua, dove forma dei grossi cuscinetti verdi, che sono l'ideale rifugio e protezione di piccoli pesci e degli avannotti, ad esempio dei Poecilidi; ma è anche molto apprezzata dagli Anabantoidei, per la costruzione del loro nido di bolle.
Nel caso della coltivazione galleggiante, è una pianta poco esigente sia in termini di nutrienti, CO2 e luce, essendo anche vicinissima ai neon, ed ha una crescita velocissima; per evitare che ricopra tutta la superficie dell'acqua può essere necessario arginarla con appositi recinti (vi sono svariate idee fai-da-te, ad esempio formare un cerchio con un tubicino da aeratore ed attaccarlo ad un vetro dell'acquario tramite una ventosa).
Il giapponese Takashi Amano ha dato l'ispirazione a molti acquariofili su come coltivare la Riccia fluitans sommersa. Può essere mantenuta sott'acqua legandola a pietre o legni mediante della lenza da pesca o una retina di nylon. Se coltivata sommersa, la Riccia cresce meglio se viene addizionata CO2 all'acqua, ed è molto coreografica, in quanto se in buone condizioni sulla punta delle foglie si formano piccole bollicine d'ossigeno; naturalmente se è sommersa perchè cresca bene è necessaria anche una forte illuminazione.
Oltre alle maggiori esigenze di luce e nutrienti, la coltivazione sommersa richiede anche un certo impegno e costanza, in quanto la Riccia non ha radici, quindi non attecchirà mai alle superfici di pietre o legni ma va sempre mantenuta legata.

giovedì 21 agosto 2008

Rasbora heteromorpha



Nome scientifico
Rasbora heteromorpha
Nome comune
Pesce arlecchino
Famiglia
Cyprinidae
Sottofamiglia
Rasborinae
Luogo di provenienza
Thailandia, Sumatra orientale
Temperatura
24°-26°
Valore dGH
Fino a 12°
Valore pH
Tra 6.0 e 6.5
Dimensioni
4 cm
Livello di nuoto
Alto e medio


Segno identificativo di questa specie è una macchia cuneiforme blu scura che parte dalla parte posteriore dei fianchi e man mano si avvicina al peduconcolo caudale tende ad assottigliarsi sempre più.
La colorazione olivastra digrada in sfumature argentee in corrispondenza della zona ventrale.
Trattasi di pesci pacifici di branco che ben si adattano alla convivenza con altre Rasbore.
Occorre introdurli in un acquario ormai rodato, caratterizzato da un fondale di ghiaia scura, ampia vegetazione disposta lungo i lati della vasca (di tipo galleggiante per schermare l'illuminazione), e una concentrazione nutrita di radici di torba.
Somministrare mangime vivo, liofilizzati, e in scaglie; i bocconi devono essere di piccolissime dimensioni, vista la grandezza esigua della loro bocca.
Per la riproduzione bisogna riempire la vasca preventivamente con una quantità d'acqua minima e filtrarla mediante torba per ottenere un ph molto acido e un'acqua molto tenera. L'ideale è riempire la vasca con acqua d'osmosi inversa e filtrarla con torba.
Per ricreare un habitat ideale per i riproduttori, collocare vegetali con ampie fronde e collocare la vasca in punto illuminato da luce naturale.
Introdurre pesci di almeno un anno di età.
Dopo un cerimoniale appassionati, i 2 pesci procedono all'accoppiamento, quindi depongono le uova nel substrato delle piante, più precisamente nella parte inferiore delle foglie.
Per proteggere i frutti della riproduzione rimuovere i genitori dalla vasca mediante apposito retino.
Il processo di schiusa avviene entro le 24 ore e le larve devono essere alimentate con mangime vivo di piccole dimensioni.
Il corpo della femmina è più esteso in altezza e denota un ventre arrotondato, inoltre la colorazione è più smorta. Il marchio è più piccolo e snello.

lunedì 18 agosto 2008

Vesicularia dubyana


Nome scientifico
Vesicularia dubyana
Famiglia
Hipnaceae
Luogo di provenienza
Asia Orientale
Dimensioni
Altezza circa 5 cm; Larghezza circa 5 cm
Descrizione e coltivazione
- Pianta di gruppo
- Posizione in acquario: centro
- Illuminazione: media luce
- Crescita: lenta
Temperatura
5° - 30°
Valore pH
5 - 9
Valore gH
6 - 20


La Vesicularia dubyana è una bellissima pianta acquatica, che forma dei bellissimi cespugli tipo muschio, e viene infatti chiamata Muschio di Giava (Java moss in inglese).E' una pianta molto robusta, che si adatta alla quasi totalità dei valori dell'acqua, e cresce bene anche con scarsa illuminazione. Attecchisce su qualsiasi superficie, dai tronchi ai sassi, anche se non è una tenuta salda come quella di Anubias e Microsorum, in quanto non forma radici. Come per le piante appena menzionate, va dapprima assicurato al supporto con del filo di nylon, o lenza da pesca, che poi va tolto una volta che ha attecchito. E' molto decorativo, anche se ha una crescita abbastanza lenta, ma quando cresce va potato regolarmente con un paio di forbici affilate, per evitare che la parte superiore soffochi quella sottostante e si stacchi dal supporto. E' perfetto come rifugio per uova/avannotti, e viene utilizzato ampiamente nelle vasche da riproduzione per caracidi e ciprinidi, dove dà riparo alle uova dalla voracità dei genitori. Viene molto usato anche nei tentativi di riproduzione delle caridine.

sabato 16 agosto 2008

Chromobotia macracanthus


Nome scientifico
Chromobotia macracanthus
Nome comune
Botia pagliaccio
Famiglia
Cobitidae
Sottofamiglia
Botiinae
Luogo di provenienza
Borneo e Sumatra
Temperatura

28°
Valore dGH

Fino a 10°
Valore pH

Tra 6.0 e 6.5
Dimensioni

25 cm
Livello di nuoto

Basso


I Chromobotia macracanthus provengono dall'Indonesia, si trovano in Borneo e Sumatra. Per la maggior parte dell'anno vivono nei fiumi, ad eccezione del periodo della migrazione annuale per la riproduzione, quando gli adulti riproduttivi, dell'età di due o tre anni, risalgono a nuoto verso canali più piccoli per accoppiarsi. Vivono presso il letto dei fiumi, in grandi banchi. Si hanno resoconti su dimensioni massime che arrivano fino a 40-50 cm, ma questo è un evento molto raro anche in natura, normalmente gli adulti raggiungono una taglia non superiore ai 20-30 cm, e un'età massima di 20 anni.

La grande maggioranza dei Chromobotia macracanthus in vendita sono catturati in natura, ogni anno dall'Indonesia vengono esportati circa 20 milioni di Botia pagliaccio. Qualche riproduzione in cattività è stata ottenuta principalmente in Tailandia con l'aiuto di ormoni per stimolare l’accoppiamento, però portare alla taglia adulta avannotti di Chromobotia macracanthus è costoso, confrontato con quello che costa catturarli in natura.

Anche se la specie non è particolarmente minacciata dal prelievo in natura, in determinate zone, come a Sumatra, il loro numeri sta diminuendo. Per proteggere la loro presenza in natura (nonché per proteggere il giro d'affari che ci sta dietro), l'Indonesia ha proibito la cattura dei Chromobotia macracanthus che superano i 15 cm.

E' determinante la grandezza della vasca, che deve essere molto grande, non meno di 200-300 litri netti, sia perché i Chromobotia macracanthus raggiungeranno una taglia di circa 30 cm., sia perché vanno allevati in non meno di 4 - 5 esemplari, di più è anche meglio, essendo pesci gregari, che amano vivere in gruppi.

Durante il giorno sono molto attivi, a differenza di altre specie del genere Botia che hanno abitudini più spiccatamente notturne, e risultano molto più visibili, anche per il loro comportamento di "giocolieri" instancabili. Amano soprattutto inseguirsi fra di loro, per tutto l'acquario, a volte possono anche prendere il vizio di scavare buche nella sabbia.

Per rispondere allo loro esigenze l'acquario dovrebbe essere ricco di vegetazione, e soprattutto di ripari e nascondigli, costituiti da rocce e da legni, per permettere loro di nascondersi quando vanno a riposarsi, inoltre non dovrebbe essere troppo luminoso, potrebbe essere utile in certi casi schermare la luce con piante galleggianti.

Per loro vale la regola che più nascondigli ci sono, più possibilità ci sono di vederli allo scoperto, meno nascondigli ci sono, e meno si vedranno, perché staranno tutto il giorno rintanati lì dentro. Il fatto di avere molti nascondigli a disposizione infatti infonde loro molta sicurezza, vanno in giro più liberamente in quanto sanno che, in caso di "imprevisti", hanno subito un nascondiglio a disposizione. I nascondigli devono essere a prova delle loro dimensioni, che possono diventare notevoli: non è raro che Botia si scortichino anche gravemente, nel tentativo di entrare (o uscire) in nascondigli molto più piccoli della loro taglia...

Il fondo dovrebbe essere costituito preferibilmente da sabbia fine ed assolutamente non tagliente, data la loro abitudine di perlustrare e smuovere continuamente il fondo alla ricerca della più piccola particella di cibo, se preferite il ghiaietto badate comunque che abbia gli spigoli arrotondati, per non danneggiare i loro delicati barbigli.

L'acqua dovrebbe essere tenera, con pH neutro o leggermente acido, e soprattutto pulita. Bisognerebbe cercare di tenere molto bassi gli inquinanti e la carica batterica dell'acqua, provvedendo a fare cambi d'acqua regolari. L'acqua dovrebbe essere anche abbastanza mossa, con una leggera corrente, e ricca d'ossigeno, simile al loro habitat naturale.

lunedì 11 agosto 2008

Alternanthera rosaefolia


Nome scientifico
Alternanthera rosaefolia
Famiglia
Amaranthaceae
Luogo di provenienza
Sud America
Dimensioni
Altezza 25 - 50 cm; Larghezza 10 - 15 cm
Descrizione e coltivazione
- Pianta da prato
- Posizione in acquario: fondo
- Illuminazione: piena luce
- Crescita: rapida
Temperatura
17°-28°
Valore pH
5 - 8
Valore gH
6 - 18


Originaria del Sud America, della famiglia delle Amaranthaceae, questa pianta è una "cultivar", cioè una selezione nata nelle serre dei coltivatori, e non ritrovabile in natura. Bellissima pianta dal fogliame rosso, che contrasta vivacemente con il verde delle altre piante, l'Alternanthera rosaefolia è la pianta del genere Alternanthera più facile da coltivare, ha bisogno in generale di un fondo ricco di sostanze nutritive, di un'illuminazione medio-forte, di un'acqua acida e tenera, anche se pare crescere bene anche in acqua dura, e ricorda che reagisce bene ad un intenso movimento dell'acqua.
Per la potatura, basta staccare una delle tante ramificazioni che spuntano dal fusto principale, e ripiantarla nel materiale di fondo, oppure recidere i fusti più lunghi e ripiantarli; la parte inferiore ributta fuori dei getti, ma se è malridotta si può anche togliere, facendo molta attenzione a non smuovere troppo il materiale di fondo, perchè ha un apparato radicale abbastanza grosso.

venerdì 8 agosto 2008

Paracheirodon innesi (Neon)


Nome scientifico
Paracheirodon innesi
Nome comune
Neon
Famiglia
Characidae
Sottofamiglia
Tetragonopterinae
Luogo di provenienza

Perù, Brasile
Temperatura

24°
Valore dGH

compreso tra 1°- 8°
Valore pH

6.0
Dimensioni

3,5 cm
Livello di nuoto

Medio


Il Paracheirodon innesi presenta una colorazione molto bella, luminosa, fluorescente, blu-verde sul dorso, ed una banda rossa che parte dal peduncolo caudale e si estende fino all'altezza del ventre.
Il corpo è longilineo e compresso, ed il dimorfismo sessuale non è evidente, anche se alcuni sostengono che i maschi rimangono più snelli delle femmine.
La riproduzione del Paracheirodon innesi non è così semplice come per altre specie.
Per facilitare le femmine alla maturazione delle uova, può rendersi necessario inserirle in una vasca con acqua a temperatura che oscilla tra i 16 ed i 22 gradi celsius, in questo modo potranno acquisire il desiderio di deporre, in poche parole, entreranno in fregola.
La coppia poi, può anche essere inserita in una vasca di modeste dimensioni, con acqua molto tenera (2-3 dgh), leggermente acida (ph 6-6,6), dove sia presente una buona vegetazione costituita anche da piante con foglie particolarmente sottili (Myriopyllum, Limnophila, Mayaca, etc.), caratteristica che questi pesci amano particolarmente, e l'illuminazione deve essere piuttosto scarsa.
La deposizione e fecondazione delle uova, inizia generalmente la sera, e può durare anche 6 o 7 ore, poi, una volta deposte e fecondate le uova, la coppia dovrebbe essere allontanata per evitare che si possa cibare delle stesse.
Non dobbiamo mai dimenticare che con i pesci in cattività, questo non è un comportamento raro, semmai il contrario.
Possono essere molteplici i fattori che spingono la coppia di una specie mangiare le uova che loro stessi hanno deposto e fecondato, ad esempio il timore che altri pesci le possano loro sottrarre, oppure alcuni parametri dell'acqua che non li soddisfano appieno, insomma, se non trovano l'ambiente in cui vivono perfetto per le loro esigenze, possono arrivare solo ad un punto della riproduzione e non alla cura della prole.
Il Paracheirodon innesi, è un pesce tranquillo e pacifico, gregario, ed ama vivere in piccoli branchi.
Visto che non raggiunge dimensioni notevoli, si ferma ai 4 cm. di lunghezza, ne possiamo ospitare un discreto numero anche in un acquario non molto grande.
Il loro simpatico modo di nuotare muovendosi in branco, e la rapidità degli spostamenti nell'acqua, possono talvolta disturbare pesci piuttosto esigenti come ad esempio i Discus (Symphysodon), anche se in natura vivono anche nelle stesse acque, dove con gli Scalari sono stati spesso notati insieme.
In natura, il Paracheirodon innesi vive in piccoli torrenti, pozze, acquitrini delle foreste pluviali del sud America.

mercoledì 6 agosto 2008

Rotala rotundifolia


Nome scientifico
Rotala rotundifolia
Famiglia
Lythraceae
Luogo di provenienza
Asia Orientale
Dimensioni
Altezza 30-40 cm; Larghezza circa 3 cm
Descrizione e coltivazione
- Pianta da gruppo
- Posizione in acquario: centro/fondo
- Illuminazione: piena luce
- Crescita: molto veloce
Temperatura
18°-30°
Valore pH
5 - 8
Valore gH
6 - 20


La Rotala rotundifolia è una bellissima pianta, originaria del Sudest asiatico, dalla crescita molto veloce, e con il suo colore rossastro-arancione, che assume con neanche troppa luce (se la luce è poca rimane verdastra), dà un bel contrasto con le piante verdi.
Il nome latino significa "dalle foglie rotonde", e infatti la pianta cresciuta fuori dall'acqua, nelle colture idroponiche delle grandi aziende produttrici di piante d'acquario, ha delle belle foglioline tonde, ma quando viene collocata in vasca, completamente sommersa, le nuove foglie che si sviluppano in acqua non sono assolutamente rotonde, ma sottili ed allungate, come ben esemplifica l'immagine a destra, della Tropica.
E' una pianta di quelle considerate "facili", che si adatta praticamente a tutti i valori dell'acqua, e non ha grandi pretese per quanto riguarda luce e fertilizzazione. Questo a differenza delle altre specie di Rotala, perchè ad esempio la Rotala macranda è al contrario una pianta molto impegnativa, difficile da far crescere in acquario nel pieno del suo splendore: è molto esigente per quanto riguarda valori dell'acqua, fertilizzazione e illuminazione.
La Rotala rotundifolia, conosciuta anche con il nome di Rotala indica, forma dei bei cespuglioni folti, gli steli si ramificano con grande facilità, ma va potata frequentemente, perchè la parte bassa tende a diventare brutta e a perdere le foglie.

lunedì 4 agosto 2008

Otocinclus affinis


Nome scientifico
Otocinclus affinis
Nome comune
-
Famiglia
Loricariidae
Sottofamiglia
Hipoptopomatinae
Luogo di provenienza
Brasile sudorientale
Temperatura
22°-26°
Valore dGH
fino a 20°
Valore pH
Tra 6.5 e 7.0
Dimensioni
3,5 cm


Gli Otocinclus sono dei piccoli pesciolini, molto tranquilli e timidi, che si nutrono prevalentemente di alghe e degli organismi che le colonizzano.
Sono quindi molto diffusi nelle vasche, in quanto con le loro piccole dimensioni sono adatti anche a vasche molto piccole.
Bisogna avere però l'accortezza di non abbinarli a pesci molto più grossi o aggressivi, perché oltre a non farsi più vedere in giro, possono correre dei seri rischi....corpo snello, a siluro, con bocca atta a succhiare; pinna dorsale impiantata su corta base ma piuttosto alta; lungo il corpo una fila di 23-24 placche ossee.Colore fondamentale grigio verde molto chiaro fino a giallo argilla; dorso più scuro, ventre biancastro o giallo chiaro; dall'apice del muso alla radice della coda una striscia longitudinale scura poco distinta; pinne incolori o verde pallido, durante il giorno vive nascosto; esce in cerca di cibo nelle ore crepuscolari e di notte; sta spesso appeso verticalmente ai vetri o alle piante.

venerdì 1 agosto 2008

Microsorum pteropus


Nome scientifico
Microsorum pteropus
Famiglia
Polipodiacee
Luogo di provenienza
Asia Centrale
Dimensioni
Altezza 15-40 cm; Larghezza 12-20 cm
Descrizione e coltivazione
- Pianta da gruppo
- Posizione in acquario: centro
- Illuminazione: penombra
- Crescita: lenta
Temperatura
18°-30°
Valore pH
5 - 8
Valore gH
6 - 18


Il Microsorum pteropus è una pianta acquatica simile ad una felce, somiglianza alla quale deve il nome comune inglese di "Java fern", felce di Giava.
E' una pianta resistente e molto adattabile ad ogni valore dell'acqua, che cresce anche con scarsa illuminazione. Forma dei cespugli che possono diventare enormi, e che offrono rifugio tra le foglie e le radici ai pesci più piccoli.
Viene coltivata al meglio facendola attecchire a tronchi o rocce, alle quali devono essere inizialmente legate con del filo di nylon; una volta cresciute le nuove radici che si abbarbicano saldamente al supporto, il filo di nylon può essere rimosso. Se si preferisce interrare la pianta nel fondo, è meglio non coprire con il materiale di fondo il rizoma, perchè può tendere a marcire.
E' molto facile da propagare, se si ha un grosso cespuglio è possibile dividerlo in parti, anche piccole, da fissare a loro volta su un supporto; inoltre sul margine delle foglie, e talvolta sulla superficie della foglia stessa, si formano dei bulbilli, che danno vita a piantine avventizie vere e proprie, che si possono staccare e ripiantare, oppure una volta cresciute abbastanza si staccano da sole dalla pianta madre.
Questa felce può, come tutte le felci, riprodursi sessualmente producendo organi sessuali particolari, i sori (il nome Microsorum significa appunto pianta "dai sori piccoli), simili a puntini neri: a forma emisferica, di colore scuro, sono presenti in file nella pagina inferiore delle foglie. I sori contengono gli sporangi che quando raggiungono la maturazione liberano le spore nel terreno (le spore è difficile si formino se la pianta è completamente sommersa). La coltivazione a partire dalle spore è possibile, ma ci vuole molto tempo e pazienza.