domenica 26 ottobre 2008

Pangio kuhlii





Nome scientifico
Pangio kuhlii
Nome comune
-
Famiglia
Cobitidae
Sottofamiglia
Cobitinae
Luogo di provenienza
Thailandia, Malesia e Indonesia
Temperatura
24°-28°
Valore dGH
Fino a 8°
Valore pH
Tra 6.0 e 6.5
Dimensioni
10 cm
Livello di nuoto
Basso
Il Pangio kuhlii in natura è diffuso nelle regioni di Tailandia, Malesia, Borneo, Sumatra, Java, Indonesia. Vive in grandi comunità, quasi degli ammassi, in prossimità di punti con vegetazione molto intensa ed intricata, sul letto sabbioso e melmoso di torrenti e corsi d'acqua dalla corrente leggermente rapida.Sembra che siano preferite proprio le zone più melmose e dall'acqua torbida. Il fondo dei torrenti è per lo più ghiaioso e ciottoloso, ma nelle anse e nei punti a corrente più lenta ci sono zone in cui si accumula sabbia fine e mucchi di foglie cadute dagli alberi sovrastanti.
Particolare importanza va al materiale di fondo, che dovrebbe essere costituito preferibilmente da sabbia fine, assolutamente non tagliente, perché i kuhlii non soltanto possiedono 4 barbigli per sondare e "sfrucugliare" incessantemente il terreno alla ricerca di cibo, e che potrebbero essere danneggiati da sabbia o ghiaietto con spigoli taglienti, ma soprattutto perché amano "insabbiarsi", a volte completamente, nel terreno, specialmente i primi tempi, quando ancora devono adattarsi al nuovo acquario. Altre cose che non devono mai mancare in una vasca abitata da Pangio kuhlii sono i nascondigli: pietre accatastate, legni e radici intrecciati o poggiati l'uno sull'altro a formare anfratti e cavità, molte piante e rigogliose, molto fitte, anche il Muschio di Giava... Amano specialmente gli intrichi fitti e cespugliosi che formano le radici di microsorum e soprattutto le anubias legati ai legni o alle rocce...La regola da tener presente è che più nascondigli fornirete loro, più avrete la possibilità di vedere i Pangio allo scoperto, meno nascondigli avranno a disposizione, e meno si allontaneranno da questi ultimi, rimanendo sempre nascosti.Non gradiscono la luce troppo intensa, è preferibile per loro una luce soffusa, schermata magari con piante galleggianti.

martedì 14 ottobre 2008

Aponogeton (genere)




Nome scientifico
Aponogeton
Famiglia
Aponogetonaceae
Luogo di provenienza
Madagascar
Dimensioni
Altezza 35 - 60 cm; Larghezza 25-30 cm
Descrizione e coltivazione
- Pianta solitaria
- Posizione in acquario: centro
- Illuminazione: luce intensa
- Crescita: veloce
Temperatura
16°-26°
Valore pH
5.5 - 8
Valore gH
10 - 18


La piante appartenenti al genere Aponogeton sono dotate di tubero o rizoma, secondo la specie.
In natura trovano origine nel continente Africano ed in quello Asiatico e Australiano, e fortunatamente, grazie alla merismatica, si rende possibile la loro riproduzione in aziende specializzate o presso appassionati particolarmente esperti, in questo modo non si rende necessario prelevare queste piante dal loro habitat naturale.
In acquario infatti, le specie di Aponogeton, non si riproducono con facilità, anzi, risulta molto raro, in quanto difficilmente producono semi.
La merismatica, è una tecnica che permette di avere una riproduzione artificiale della pianta attraverso il meristema, ovvero un tessuto vegetale con peculiarità embrionali, in grado di fornire la riproduzione della pianta, e perchè questa avvenga in acquario, è piuttosto raro, anche se in condizioni ottimali le piante possono sviluppare getti laterali.
La coltivazione del genere Aponogeton nella propria vasca, anche quando raggiunge buoni risultati, non è comunque paragonabile a quella che avviene in natura.
Indicativamente questa differenza di risultati avviene anche per altre piante di genere diverso: detto questo, possiamo comunque cimentarci nella coltivazione delle molteplici specie di Aponogeton, riuscendo ad ottenere risultati più che soddisfacenti anche nel nostro acquario.
Per poter avere buoni risultati, risulta fondamentale, più che in altri casi, acquisire informazioni specifiche delle specie che decideremo di coltivare.
Molte specie di piante del genere Aponogeton, in natura subiscono un arresto della crescita dovuto al cambiamento climatico dei biotopi di appartenenza.
Nel periodo in cui crescono, sono in grado di accumulare sostanze nutritive in quantità tale che verrano utilizzate anche nel periodo di arresto della crescita, in caso contrario sarebbero destinate a perire.
Il tubero o il rizoma della pianta, in questi casi riposa nel terreno pronto a germogliare nuove piante quando sarà giunto il momento.
I tuberi di queste piante, sono in grado di sopportare molto bene periodi di siccità, grazie alla capacità cui possiedono di immagazzinare acqua quando ne possono fruire.
Molte volte si è verificato infatti, di spedizioni dalle zone di origine di quantità consistenti di tuberi essiccati. Ovviamente con le dovute cautele, facendo attenzione che i tuberi non possano venire danneggiati, raggrinzirsi, e perdere in modo irreparabile il loro nucleo vitale.
Gli habitat naturali di queste piante, presentano differenti caratteristiche nei biotopi ove le piante vivono: acqua stagnante, oppure corrente, in alcuni casi caratteristica temporanea od ancora permanente.
Proprio per il fatto che in natura sono soggette alle condizioni ambientali più disparate, le diverse specie hanno sviluppato differenti capacità di sopravvivenza in base alle caratteristiche dei biotopi in cui vivono.

lunedì 6 ottobre 2008

Moenkhausia pittieri



Nome scientifico
Moenkhausia pittieri
Nome comune
Tetra diamante
Famiglia
Characidae
Sottofamiglia
Tetragonopterinae
Luogo di provenienza
Tipico del Lago Valencia (Venezuela).
Temperatura
26°
Valore dGH
3°- 4°
Valore pH
Inferiore a 6.0
Dimensioni
5.5 cm
Livello di nuoto
Medio


La colorazione del pesce è caratterizzata da una tonalità grigio- verdognola nell'area dorsale, mentre la parte inferiore sfoggia un cromatismo bianco-argenteo.
I fianchi sono percorsi da una lunga linea scura che termina in corrispondenza del peduncolo caudale.
Si segnalano le pinne ventrali alquanto prolungate, la pinna dorsale a forma di falcetto e la pinna caudale marcatamente biforcuta.
Gli esemplari di questa specie sono pacifici e possono essere allevati in branchi; occorre introdurli in un acquario, caratterizzato da ampi spazi liberi e una vegetazione non troppo folta (si raccomanda di usare piante galleggianti).
Il ricorso ad un fondale scuro, a illuminazione minima e all'impiego di acqua filtrata (mediante torba) costituiscono altri requisiti essenziali.
Sebbene preferisca cibo vivo (larve nere di zanzara, pulci d'acqua, Chironomus...), accetta senza inconvenienti di sorta qualsiasi mangime commerciale (liofilizzato, in scaglie).
L'illuminazione laterale risalta la livrea di tale pesce in tutta la sua lucentezza. Per agevolare la riproduzione si raccomanda di usare una vasca speciale di dimensioni contenute e riempirla con acqua tenera (usare acqua filtrata mediante torba e settare il dHG a 4°).
Per ricreare un substrato surrogato di quello naturale si possono utilizzare dei comuni materiali filtranti, come ad esempio lana di perlon a fibra grande. Ottimo il muschio di java.
La somministrazione di larve di zanzara si rivela determinante per spronare i riproduttori ad avviare la deposizione delle uova.
Nelle tappe iniziali del processo i riproduttori devono beneficiare di un ambiente avvolto nell'oscurità, per poi passare gradualmente a un'illuminazione crescente.
Dopo la deposizione delle uova i genitori dovrebbero essere allontanati per evitare che divorino i frutti riproduttivi.
Le larve schiudono dopo 3 giorni e si nutrono autonomamente grazie al sacco vitellino; a partire dal 5 giorno occorre somministrare minuscoli alimenti vivi, tipo rotiferi e successivamente, dopo alcuni giorni, naupli di artemia.


Fonti acquaportal