mercoledì 30 luglio 2008

Video neocaridina

Vi aggiungo un video, dove viene ripreso il lavoro di una semplice neocaridina nell'orario di cena

martedì 29 luglio 2008

Symphysodon discus


Nome scientifico
Symphysodon discus
Nome comune
Discus
Famiglia
Cichlidae
Sottofamiglia
Cichlasomatinae
Luogo di provenienza
Rio delle Amazzoni, Rio Negro
Temperatura
29°-31°
Valore dGH
compreso tra 1°- 8°
Valore pH
Tra 6.0 e 6.5
Dimensioni
> 15 cm
Livello di nuoto
Medio


In natura vivono nel bacino idrografico del Rio delle Amazzoni in acque con poca corrente e generalmente prive di vegetazione, in branchi di 40-50 esemplari nei pressi della riva dove stazionano più volentieri nei punti dove giacciono alberi, rami e radici caduti in acqua. La temperatura di queste acque quasi stagnanti è spesso superiore a 28°C, e le caratteristiche chimiche indicano che si tratta di acque molto tenere, (durezza totale prossima a 0°dgH) ed acide (pH da 5 a 6,5). Da notare che i discus quasi mai vengono rinvenuti nel corso principale del rio delle amazzoni ma bensì in alcuni dei suoi affluenti settentrionali e meridionali; per consuetudine a questi pesci viene attribuito il nome preso dal fiume, lago o dalla località prossima a quella di cattura.
La dimensione massima raggiunta dai Discus è di circa 20 cm e quindi occorre disporre di una vasca abbastanza grande (almeno 150 litri meglio se più grande) ed in particolare, preferibilmente, abbastanza alta per allevarli in maniera ottimale. Si deve altresì considerare il fatto che si tratta di un pesce di branco, e che non andrebbe quindi mai allevato un singolo esemplare; considerare comunque un valore indicativo di circa 50 litri d'acqua per ogni pesce adulto.
Il comportamento è molto sociale e poco aggressivo, ma conviene riservargli una vasca speciale con pochi coinquilini molto pacifici.
Molti acquariofili preferiscono allevare i discus in vasche spoglie da qualsiasi arredamento, questo per mantenere più facilmente l'acquario in perfette condizioni igieniche ma, con oppurtune precauzioni, si potrà anche predisporre una vasca arredata.
Se si opta per la vasca con arredamento questo dovrà essere comunque sobrio perché occorre lasciare in ogni caso molto spazio per il nuoto, ed inoltre ciò consentirà anche di evitare condizioni igieniche non adatte vista, tra l'altro, la semplificazione delle operazioni di pulizia. L'arredamento della vasca dovrebbe comprendere: materiale di fondo possibilmente fine, qualche legno di torbiera per offrire riparo e qualche pianta robusta. Le condizioni di allevamento sono: temperatura dell'acqua di almeno 28°C (più normalmente 29-30°C), acqua di media-bassa durezza totale (5-8° dGH) e valore pH tra 5,5 e 7,0.
L'illuminazione non dovrà essere troppo intensa e la vasca deve essere dotata di un ottimo filtraggio dell'acqua, in modo da mantenere costantemente i nitriti a 0 mg/l, ed indispensabili risultano essere dei regolari cambi parziali in modo da mantenere i nitrati a non oltre 50 mg/l. A questo proposito, si rivela ottimale la sostituzione del 20% circa della capacità della vasca alla settimana utilizzando acqua avente le stesse caratteristiche di quella presente nell'acquario. Si può sicuramente affermare che la dotazione tecnica più importante per l'allevamento ottimale dei discus sia semplicemente un secchio ed uno spezzone di tubo con cui effettuare i cambi parziali.
Altra dotazione tecnica molto importante per l'acquario per discus è il sistema di riscaldamento che conviene affidare ad ottimi e ben dimensionati termo-riscaldatori che garantiscano una temperatura costante dell'acqua con la possibilità di innalzamento in alcune condizioni anche di 4-5 gradi, è preferibile che abbiano dei sistemi di protezione contro il funzionamento a secco e contro il surriscaldamento infatti, molto più spesso di quanto si creda, a causa di riscaldatori non affidabili (blocco del termostato o rottura della provetta) vengono provocate delle morti accidentali ai pesci, quindi meglio non risparmiare su questo indispensabile accessorio e scegliere solo il meglio esistente sul mercato. Tra questi quelli che più mi sento di consigliare sono quelli prodotti dalla Jäger che, inoltre, vantano anche una efficienza termica superiore alla media e quindi si ottiene anche un risparmio sul consumo di energia elettrica.
La soluzione ideale è quella di impiegare un doppio sistema di filtraggio e di riscaldamento, soluzione che consente di evitare problemi anche gravi nel caso di un malfunzionamento momentaneo ad uno dei due strumenti.
Gli esemplari selvatici risultano essere più esigenti dei pesci di allevamento richiedendo condizioni più estreme, ossia durezza 2-3 dGH, pH tra 4,5 e 5,5 e valori di nitrati più bassi, inoltre risultano più selettivi nell'alimentazione e per questi motivi che il loro allevamento è consigliabile solo ai più esperti acquariofili.

lunedì 28 luglio 2008

Cambio acqua e scena esilarante

Oggi era giorno di cambio acqua e inserimento di fertilizzante (di solito il cambio si fa una volta a settimana e almeno il 10%, il fertilizzante invece dipende da che marca si usa, io usando la Dennerle con 3 prodotti, inserisco una volta a settimana).
Dopo aver aspirato il litraggio dovuto dalla vasca e smosso un po il fondo per evitare pericolose zone anossiche, ho cambiato l'acqua e aggiunto il fertilizzante.
Dopo aver aspettato circa mezz'oretta ho inserito mezza pastiglia di mangine divisa in due (cosi da evitare lotte tra le caridine e i corydoras per la pappa). Sedendomi sul letto e guardando per circa 10 minuti i pinnuti mangiare ho assistito a una scena a dir poco esilarante.
Attorno a un pezzettino di cibo c'erano 4 cory che mangiucchiavano allegramente quando, a un certo punto, parte sparata, dall'altro lato dell'acquario, una caridina che, sorvolando i 4 malcapitati ruba il pezzettino e se lo porta via, lasciando le povere bestiole a bocca asciutta.
La prossima volta posterò sicuramente un video, una scena che dev'essere immortalata a qualunque costo

domenica 27 luglio 2008

Pogostemon helferi


Nome scientifico
Pogostemon Helferi
Famiglia
Lamiaceae
Luogo di provenienza
Asia
Dimensioni
Altezza 2-10 cm; Larghezza 5-10 cm
Descrizione e coltivazione
- Pianta da gruppo
- Posizione in acquario: primo piano
- Illuminazione: luce media
- Crescita: media
Temperatura
20°-30°
Valore pH
6 - 7,5
Valore gH
6 - 18


Inizialmente Panitvong ebbe non pochi poblemi nel coltivare questa magnifica pianta ma da qualche tempo viene coltivata con successo da diversi acquariofili.Non molto esigente in fatto di durezza, pH e temperatura(sopporta anche temperature di 30°C); richiede insieme ad una media illuminazione anche un buon fondo fertilizzato poichè sviluppa un possente apparato radicale da cui la pianta assorbe la maggior parte delle sostanze nutritive.In questi ultimi tempi si stà cercando di farla crescere anche come epifita ma con scarsi risultati.Per quanto riguarda la fertilizzazione, la P. helferi è una pianta adatta ai principianti poichè segnala in modo evidente una possibile carenza; in breve tempo la pianta rallenta la sua crescita e assume una colorazione giallastra,le giovani foglie(che generlamente sono di un verde chiaro) crescono molto più piccole e la pianta viene letteralmente infestata dalle alghe. Per ovviare a questo problema, appena si nota anche un solo sintomo fra quelli precedentemente descritti, occorre interventire aggiungendo delle tabs di fertilizzante accanto alla pianta sofferente. In un paio di settimane la pianta ritornerà splendida e lussureggiante. Anche se una costante somministrazione di CO2 aiuta la crescita della pianta, la P. helferi ne può fare benissimo a meno. La potatura dovrebbe essere effettuata tagliando i getti laterali appena questi ultimi hanno formato delle radici. Oppure basta tagliare la pianta madre "a piacimento" e ripiantare la talea. In breve tempo la talea radicherà formando una nuova pianta.

venerdì 25 luglio 2008

Pterophyllum scalare


Nome scientifico
Pterophyllum scalare
Nome comune
Scalare
Famiglia
Cichlidae
Sottofamiglia
Cichlasomatinae
Luogo di provenienza
Bacini amazzonici, zone fluviali peruviane.
Temperatura

24°-29°
Valore dGH

5°- 12°
Valore pH

Tra 6.5 e 7.0
Dimensioni

15cm larg.| >40 alt.
Livello di nuoto

Alto e medio

Il mantenimento e l' allevamento dello Scalare, oggi non comporta più notevoli problemi anche per chi è alla sua prima esperienza. Gli Scalari venduti oggi sul mercato, provengono tutti da allevamenti e raramente è possibile trovare esemplari di cattura. Per questo motivo tutti si possono cimentare nell'allevamento e perchè no, nella riproduzione. Lo Scalare può essere un pesce tranquillo e vivace allo stesso tempo. Quando è piccolo non è pericoloso o aggressivo verso gli altri pesci, ma può diventarlo una volta cresciuto, consiglio quindi, di comprare sempre Scalari piccoli o medi, quando si hanno in vasca pesci di taglia piccola.
Una volta che i giovani scalari hanno imparato ad accettare vari tipi di cibi, si contunierà ad alimentarli con la stessa frequenza, facendo sempre attenzione che il pasto venga consumato totalmente, per evitare eccessi d'inquinamento. Nella scelta degli alimenti la cosa migliore è offrire ai pesci cibi diversificati. Per esempio nel caso dei mangimi in fiocchi i risultati migliori di crescita si avranno utilizzando mangimi di tipo diverso (normale, a base vegetale, d'artemia, di cuore, di larve d'insetti) e non sempre lo stesso. In commercio ne esistono veramente molti. Lo stesso discorso vale per i congelati. Oltre ai cibi in commercio si potrà offrire ai pesci anche alimenti fatti in casaa. Il più usato è il cuore di bue, crudo, che opportunamente macinato verrà molto gradito nella dieta. Lo stesso cuore potrà essere unito ad altri ingredienti, cosi da integrare ulteriormente la dieta. A tale scopo si potrà usare: cuore di bue, spinaci, carote, fegato di bue, rosso d'uovo e frutti di mare, gamberi, il tutto integrato con vitamine in polvere. Nella preparazione si potranno scegliere tutti o in parte gli ingredienti. Cuocere le verdure e i frutti di mare, usare cruda la carne. Mettere il tutto in un omogeneizatore e mescolare insieme, aggiungere vitamine (poca quantità) e spirulina in polvere, l'impasto verrà poi congelato in sacchetti di plastica o altri contenitori molto bassi. Somministare 3-4 volte a settimana.

mercoledì 23 luglio 2008

Cabomba caroliniana



Nome scientifico
Cabomba caroliniana
Famiglia
Cabombaceae
Luogo di provenienza
Africa centrale, Sud America
Dimensioni
Altezza 30-80+ cm; Larghezza 5-8 cm
Descrizione e coltivazione
- Pianta da gruppo
- Posizione in acquario: fondo
- Illuminazione: luce intensa
- Crescita: veloce
Temperatura
18°-26°
Valore pH
4 - 7
Valore gH
6 - 10

La Cabomba caroliniana deve origine del suo nome al fatto che arriva, manco a dirlo, dalla Carolina.
Non solo però; è presente anche in altre zone orientali degli U.S.A., nel sud America, ed esemplari di questa specie sono stati introdotti dall’uomo, con successo, anche nel continente asiatico ed in quello australiano.
Questa pianta acquatica nativa degli states, risulta probabilmente essere la meno difficile per quanto concerne la sua coltivazione in acquario.
Non lasciamoci ingannare però: l’intensità luminosa deve sempre essere alta, efficiente, e la somministrazione di co2 è importante.
La temperatura dell’acqua non dovrebbe andare oltre i 26°C, se non per brevi periodi di tempo, altrimenti la longevità della pianta viene messa in pericolo.
I fusti di Cabomba caroliniana raggiungono altezze superiori al metro e mezzo, in acquario cresce comunque a misure importanti, anche il diametro può sviluppare bene fino a 4-5 mm.
Il lembo fogliare caratteristico del genere, quasi arrotondato, ramificato, con picciolo fino a 2-3 cm di lunghezza, e diametro complessivo delle foglie capace di arrivare a 6-7 cm circa.
Il colore delle foglie è verde, cui cambia intensità di colorazione, può presentarsi più o meno carico, ed i gruppi di piante forniscono un aspetto gradevole.
Il fondo deve essere soffice per ospitare le tenere radici, La Cabomba caroliniana tollera anche un’acqua non così tenera come per altre specie del genere, non oltre però i 10°dgh e comunque leggermente acida.
Forse questo è l’unico effettivo parametro che rende più facile la sua coltivazione in acquario.
Per ottenere però la sua longevità, come è giusto prefissarsi, forte illuminazione e buona presenza di anidride carbonica, 25-35 mg x litro.
Risulta tanto capace di popolare densamente la vasca che la ospita, quanto di deperire rapidamente se non trova le condizioni ottimali sopracitate.
Dato il notevole riscontro che però gode presso gli appassionati, possiamo cimentarci nella sua coltivazione andando ad acquisire, sul campo, e attraverso articoli specifici, informazioni utili ed esperienza necessaria per riuscire con successo.
Quando cresce a sufficienza può essere lasciata flottare sulla superficie dell’acqua; ed i fusti sono in grado anche di sopravvivere per brevi periodi come piante galleggianti.
Se diamo lei le giuste condizioni si dimostra robusta e la dovremo sfoltire spesso.
In natura presenta spesso problemi di vera e propria invasione delle acqua in cui vive, tanto da essere considerata un’erbaccia per la capacità e la tenacia con cui è in grado di riprodursi, andando anche ad ostruire notevolmente i tratti di acqua che popola, diventando più robusta della specie nativa laddove è stata introdotta dall’uomo.
Quindi, esistono tutti i presupposti per ottenere successi longevi dalla sua coltivazione in acquario.

martedì 22 luglio 2008

Ancistrus


Nome scientifico
Ancistrus dolichopterus
Nome comune
Pesce ventosa puntinato
Famiglia
Loricariidae
Sottofamiglia
Ancistrinae
Luogo di provenienza
Bacini amazzonici
Temperatura

24°-28°
Valore dGH

2° - 30°
Valore pH

Tra 6.0 e 7.5
Dimensioni

20 cm
Livello di nuoto

Basso

L’Ancistrus dolichopterus appartenente alla famiglia dei Loricaridi, vive in acque chiare a corrente rapida del bacino amazzonico, su fondali costituiti prevalentemente da rocce e legni (radici); viene anche chiamato “pesce pulitore” intento a rastrellare il fondo ed i vetri della vasca, oppure definito pesce con la “bocca a ventosa”che lucida a meraviglia i nostri acquari.
E’ un pesce notturno come molti della sua specie, per questo motivo è necessario fornirgli diversi anfratti (legni con ampie svasature, o accessori in terracotta), una folta vegetazione ed una luce attenuata.

L’allevamento in acquario non richiede particolari attenzioni grazie alla sua grande adattabilità, infatti i valori chimici dell’acqua possono essere compresi nei seguenti intervalli: pH: 5,8 - 7,8, dGH: 2 - 30°, T: 24° - 28°; da non sottovalutare sono le dimensioni della vasca, che per una coppia di tale specie deve contenere almeno 80lt netti d’acqua, ed un potente filtraggio necessario per compensare l’elevato carico organico prodotto.
Effettuiamo regolari e frequenti cambi parziali d’acqua per mantenere una certa qualità della stessa ed è stato interessante notare come la deposizione il più delle volte ne sia stimolata; non siamo certi che questi due fattori siano collegati, ma abbiamo letto in un sito acquariofilo che in natura gli ancystrus tendono a deporre nei periodi di grandi piogge.
La lunghezza in acquario varia tra i 10 e i 15 cm (raramente) ed il suo dimorfismo sessuale risulta essere molto evidente:

- il maschio sviluppa sulla testa delle escrescenze carnose più o meno ramificate;

- nella femmina sono il più delle volte assenti o minime.

Durante il periodo imminente la riproduzione risulta che il maschio assuma una colorazione più contrastata diventando più scuro e facendo risaltare i puntini chiari, mentre la femmina tende ad una colorazione grigiastra con sfumature rossastre verso la testa.

articolo tratto da Acquaportal

giovedì 17 luglio 2008

Anubias barteri


Nome scientifico
Anubias barteri var.
Famiglia
Araceae
Luogo di provenienza
Africa occidentale
Dimensioni
Altezza 5 - 15 cm; Larghezza circa 8 cm
Descrizione e coltivazione
- Pianta da gruppo
- Posizione in acquario: primo piano
- Illuminazione: media luce
- Crescita: molto lenta
Temperatura
20°-28°
Valore pH
5.5 - 8
Valore gH
3 - 10


All' Anubias barteri appartengono diverse varietà: barteri nana, angustifolia, glabra, etc.
L' Anubias barteri è robusta, una pianta che trova origine in natura in corsi d’acqua caratterizzati da media corrente, nell’Africa Occidentale, Camerun e Nigeria.
Le sue foglie sono lussureggianti, rigogliose, coriacee e cuoriformi, si presentano di un verde intenso, più o meno scuro, particolarmente carico, lucido.
L’apice delle foglie è a punta e ben arrotondate alla base, il bordo è sovente ondulato.
Foglie capaci di sviluppare dimensioni di tutto rispetto, lunghe oltre 12 cm e larghe 5-7 cm.
La pianta può crescere in altezza fino a 40 cm circa, il rizoma è piuttosto sottile (se paragonato alla lunghezza che può raggiungere), solitamente non oltre il cm di diametro ma ben sviluppato in lunghezza.
Deve essere ospitata in vasche di adeguate dimensioni, e la sua coltivazione non è affatto difficile.L' Anubias barteri, come molte altre specie del genere Anubias si contraddistingue per la facile adattabilità, necessita di poca luce, in natura vive in zone ombreggiate, e ben si presta ai parametri chimico-fisici dell’acqua più diversi.
È di crescita lenta, ma si integra al meglio nella coltivazione sommersa, anche se ovviamente è possibile coltivarla in paludario Una illuminazione medio/scarsa è sufficiente per farla crescere al meglio, se, come spesso accade in acquario popolato di piante l’illuminazione è intensa, sarà sufficiente posizionare L' Anubias barteri in zone ombreggiate da altre piante più esigenti in fatto di luce.
Il rizoma può trovare giusta collocazione sia in substrato morbido e fine che grossolano e spesso, come sassi ad esempio.
Inoltre è possibile ottenere la crescita della pianta ancorando il rizoma a legni o roccia.
Il ph da 6,5 a 7,5 va più che bene, durezza totale da 3 a 8 dGh, ma tollera qualcosa in più o in meno.
Tuttavia, se vogliamo ottenere una crescita rigogliosa da questa pianta che è di facile coltivazione, rispettiamo i parametri cui sopra, diamo il giusto apporto di sostanze nutritive nel fondo, e tracce di fertilizzante presenti nell’acqua, un po’ di CO2 che non guasta mai.
Per mantenere la pianta di dimensioni piuttosto ridotte è sufficiente tagliare le foglie nuove che si vengono a creare vicino al rizoma con forbici ben affilate.
Se invece si desidera la sua propagazione, è possibile staccare le piccole piantine che si sviluppano sul rizoma stesso.
È una pianta che ben si presta ad essere coltivata anche da chi non ha vasche particolarmente illuminate.

mercoledì 16 luglio 2008

Caridina Multidentata



















Nome scientifico:
Caridina Multidentata(ex-japonica)
Nome comune:Gambero di Amano,Gambero di vetro Giapponese
Famiglia: Atyidae
Ordine: Decapoda
Classe: Malacostraca

Dimorfismo sessuale: La femmina risulta essere di dimensioni maggiori del maschio ed ha una zona addominale più grande del maschio.La puntinatura ai lati degli individui risulta essere più lineare nelle femmine,mentre nel maschio è decisamente puntiforme.

Informazioni Aggiuntive:(tratte dal sito di AP)In natura la caridina japonica si trova in Giappone, Corea e Taiwan nei ruscelli e nelle risaie, si ciba sopratutto di alghe, ma all'occorrenza svolge anche il ruolo di spazzino.
La japonica può raggiungere i 5\6 cm se nutrita con cibo per pesci, ma di solito in acquario si nutre per lo più di alghe e quindi si ferma a meno di 5cm.
Questo gamberetto presenta numerosi puntini rossi disposti sul corpo e lungo la schiena presenta una linea color rosso, il resto del carapace è trasparente e permette di vedere gli organi interni.
Presenta delle piccole chele utilizzate per strappare le alghe da legni e rocce, ma anche per afferrare resti di cibo.
Gli occhi sono neri e sulla testa vi sono poste le antenne che la aiutano a orientarsi e muoversi in acqua. Aspetta ad un italiano, Emiliano Dellabella, grande studioso di caridine, il merito di aver capito il dismorfismo sessuale che vi vado a spiegare: per riconoscere il maschio dalla femmina si possono guardare i puntini disposti lungo il corpo, nella femmina sono disposti in modo da formare una linea mentre nel maschio sono più distaccati, inoltre la femmina è di norma più grande del maschio e presenta le appendici natatorie più appuntite. Il modo comunque più sicuro è quello di vedere se vi è la presenza di uova sotto le pendici natatorie.
Le caridine japonica sono animali sociali che vanno allevati in gruppi molto numerosi di 15 esemplari come minimo per poter vedere le japonica svolgere il loro lavoro di mangia alghe anche a luci accese.
Sono molto timide e richiedono in vasca una folta vegetazione dove nascondersi, molto graditi sono il muschio di java e le piante che formano "tappeti".
A volte alcune caridine hanno la cattiva abitudine di assaggiare le foglie delle piante rosse. Questo può essere imputato al tipo di cibo a cui sono state abituate durante la crescita nell'allevamento. Oltre a cibarsi di alghe si nutrono anche di avanzi di cibo e appena presa confidenza possono anche prendere il cibo dalle dita, anche eventuali pesci morti vengono divorati dalle japonica e in presenza di avannotti molto giovani possono trasformarsi in predatori temibili.
Le alghe sono il loro cibo prediletto ma le alghe nere e marroni non vengono mangiate tranne quando sono molto giovani e tenere.
Gli acquari chiusi sono più adatti ad ospitare le japonica in quanto non rischiano di saltare fuori dalla vasca cosa che in acquari aperti può essere anche frequente se in vasca non vi sono abbastanza nascondigli e se sono presenti pesci aggressivi che inseguono le japonica in modo insistente.
I filtri interni a volte possono offrire rifugio alle japonica ma possono anche rimanere intrappolate quindi un buon coperchio e una rete fitta davanti alla bocca d'aspirazione del filtro è consigliabile.
Le japonica sono compatibili con la maggior parte dei pesci che ospitiamo nei nostri acquari. Alcuni pesci come discus e scalari possono rivelarsi aggressivi e possono cercare di mangiare le japonica, ma in presenza di una buona vegetazione non ce questo pericolo in quanto le japonica sono molto rapide nel rintanarsi tra le piante.
I valori dell'acqua non hanno molta importanza in quanto si adattano bene a tutti i tipi di acqua, ma un acqua con ph neutro o leggermente acido è preferibile.
Molta importanza, invece, è da attribuire alla durezza dell'acqua: un durezza media aiuta notevolmente la formazione dell'esoscheletro e quindi la frequenza delle mute sarà maggiore.
Molti sussultano a vedere le mute delle japonica scambiandole per cadaveri ma le mute si riconoscono in quanto sono aperte da un lato e sono opache e al minimo spostamento d'acqua si muovono.
Durante il periodo della muta la caridina è molto vulnerabile e tende a trovare un buon nascondiglio lontano dai pesci e anche dalle altre caridine, di solito sotto un tronco o qualche roccia oppure in intricati cespugli di piante.
Le caridine sono molte robuste ma sono sensibili all'ammoniaca e alle basse concentrazioni di ossigeno quindi in caso di trattamento medicinale e bene mettere in funzione un aeratore (cosa da fare anche per i pesci in quanto il consumo di ossigeno è maggiore), in buone condizioni di allevamento possono vivere per due o tre anni.

martedì 15 luglio 2008

Cryptocoryne (genere)


Nome scientifico
Cryptocoryne
Famiglia
Araceae
Luogo di provenienza
Sry Lanka, India, Vietnam, Malesia, Indonesia
Dimensioni
Altezza 20-25 cm; Larghezza 15-20 cm
Descrizione e coltivazione
- Pianta di gruppo
- Posizione in acquario: primo piano
- Illuminazione: media luce
- Crescita: veloce
Temperatura
20°-30°
Valore pH
5,5 - 8
Valore gH
6-20


Le Cryptocoryne sono molto popolari tra gli acquariofili. Per i più esperti, le piante disponibili nei negozi locali sono facili da coltivare. Tuttavia, dato che per i principianti ogni crypto può essere complessa da mantenere viva, principalmente a causa della mancanza di conoscenze su queste piante. Come detto precedentemente, le crypto sono ben note a causa della loro marcescenza, una fase provvisoria dovuta all’adattamento ambientale. Una volta che questo è superato, possiamo godercele per molti anni senza alcuna esigenza particolare.
Come altre piante, le crypto hanno bisogno di luce e di nutrienti per crescere e sviluppare la loro bellezza più completa. Di conseguenza, ogni acquario degno di loro deve essere dotato di una luce adeguata. Ma la qualità di luce è importante tanto quanto la quantità. Come la maggior parte delle piante, si adatteranno ad un alto spettro di luce. Anche se sono considerate piante sciafile, cioè bisognose di poca luce, possono essere coltivate in ogni acquario fortemente illuminato. Tecnicamente, possiamo usare luci fluorescenti da 4000 a 10000.K senza problemi, scegliendole in base al gusto personale (se si preferisce un colore, ecc.). Possono anche essere usati altri sistemi, quali HQI agli alogenuri metallici e le HQL.
Un altro fattore da considerare è il terreno. Come la maggior parte delle piante a forte sviluppo basale e radicale, le cryptocoryne naturalmente cresceranno più vigorose e più sane in terreni fortemente nutrienti. I tipici terreni sabbiosi neutri risulteranno inutili per ottenere una pianta dalla bellezza completa. Un buon terreno, con una quantità notevole di argilla e di residui organici, coperta da uno strato sottile di sabbia fine, è un must per ottenerne lo sviluppo completo.
La CO2 è di importanza basilare se desideriamo coltivare piante in acquario, e naturalmente anche le crypto ne hanno bisogno. Ne è sempre richiesto un flusso continuo. La CO2 è la fonte principale di carbonio per le nostre piante, e poiché l'acqua dell'acquario sarà tenera e leggermente acida, non possono estrarre questo elemento direttamente dai carbonati dell'acqua. Inoltre sono importanti anche i macronutrienti (azoto, potassio e fosfato). Se abbiamo un terreno altamente nutriente, l'esigenza di questi macronutrienti non è così alta, e questo ci permette di usare dosaggi più bassi che se avessimo piante dal metabolismo più veloce. Nondimeno, dobbiamo avere tutte le tecniche di fertilizzazione bene sotto controllo, per evitare invasioni di alghe.
Dopo tutto questo, possiamo dire che un acquario di crypto non necessita di un’attrezzatura maggiore di quella che serve per un acquario mediamente piantumato. Prestate una particolare attenzione al terreno, e accertatevi di avere sempre in acquario un ambiente costante, poiché i cambiamenti improvvisi di condizioni sono i nemici più pericolosi di queste piante.

lunedì 14 luglio 2008

Corydoras (genere)


Nome scientifico
Corydoras (GENERE)
Nome comune
Pesce spazzino, pulitore, pesce da fondo
Famiglia
Callichthyidae
Sottofamiglia
Corydoradinae
Luogo di Provenienza
Sudameria, Colombia, Argentina
Temperatura
26°
Valore dGH
Fino a 20°
Valore pH

tra 6.5 e 7.5
Dimensioni

Fino a 6 cm
Livello di nuoto

Basso

Allevamento e caratteristiche
Rispetto ad altri Callitidi (ad esempio, del genere Brochis), i Corydoras presentano un numero inferiore di raggi molli nella pinna dorsale; Carattere accomunante, invece, è dato da una doppia fila di scudi ossei iridiscenti, ravvisabili nei fianchi, e da tre paia di barbigli.
Tal pesci sono localizzati in piccoli corsi d'acqua: di notte stazionano nelle zone più tranquille, mentre nelle ore diurne nuotano nelle correnti impetuose, al centro del ruscello.
Sono pesci che si affezionano all'habitat originario e a causa di tale peculiarità vengono catturati facilmente.
Gli esemplari di questo genere si radunano in piccoli o grossi branchi, che setacciano particolari aree, alla ricerca di piccole prede.
Trattasi di pesci pacifici che ben si adattano ad acquari di comunità; allevarli in piccoli branchi, poichè l'allevamento singolo ne compromette la vivacità (trattasi di alacri pulitori del fondale) e la salute generale.
Occorre introdurli in un acquario caratterizzato da ghiaia (o sabbia) scura di qualità finissima, e ricco di vegetazione..
Somministrare mangime vivo (larve di zanzara, Tubifex, Artemia e quant'altro), e in granuli. Esistono oltre 180 specie di corydoras di diverse forme e colori.

Riproduzione
In natura tale periodo è circoscritto solitamente alla stagione delle piogge, occorrente nei mesi Novembre e Dicembre.
I riproduttori depositano piccole quantità di uova facendole aderire al substrato o ai vetri della vasca; tale operazione viene ripetuta fino a quando non ne vengono espulse un centinaio.
Prima che vengano deposte, le uova vengono fecondate dal maschio.
Per farli riprodurre in cattività, occorre allestire un apposito acquario, caratterizzato anche da acqua dura e possibilmente ricca di ossigeno; solitamente è sufficiente creare uno sbalzo di temperatura di 3-4 gradi per convincere i pesci a riprodursi. Risulta opportuno l'utilizzo di biocondizionatore e un funghicida che prevenga l'azione di relativi parassiti.
In questo habitat il fabbisogno nutrizionale dei pesci è soddisfatto da aliimenti vivi e mangime liofilizzato in pastiglie.
La schiusa avviene in 3 giorni; nutrire gli avannotti con mangime vivo o secco di piccolissime dimensioni.
Solitamente la femmina denota fattezze più imponenti e arrotondate. Il maschio ha le pinne più appuntite rispetto alla fimmina, ma questo non è sempre individuabile

sabato 12 luglio 2008

Ludwigia Repens


Nome scientifico
Ludwigia repens
Famiglia
Onagraceae
Luogo di provenienza
Stati unite, Messico
Dimensioni
Altezza 30-50 cm; Larghezza 5-8cm
Descrizione e coltivazione
- Pianta da gruppo
- Posizione in acquario: centro/fondo
- Illuminazione: piena luce
- Crescita: molto veloce
Temperatura
15°-26°
Valore pH
5,5 - 8
Valore gH
6 - 18

Originaria degli Stati Uniti e del Messico, appartiene alla famiglia delle Onagraceae, ed il suo nome, repens, significa "strisciante".
E' una bellissima pianta dal fogliame di un bel rosso caldo e ramato, e che cresce molto rapidamente. La sua coltivazione infatti non è molto difficoltosa, si adatta molto bene a diversi valori dell'acqua e le basta un'illuminazione media. Data la sua rapida crescita, è meglio posizionarla al centro o in fondo alla vasca.
Anche questa pianta non sopporta molto bene alte temperature, se non per brevi periodi, ho inoltre notato che le foglie più basse e quelle in posti meno illuminati hanno una colorazione verde invece che rossa.


Lavori di manutenzione

Proprio ieri, guardando se tutto andava bene, ho notato che le mie povere Ludwigia si stavano indebolendo nella parte sotto della piante: perdevano foglie e il fusto si assottigliava sempre di piu.
Leggendo qua e là ho scoperto che purtroppo è normale per questo tipo di pianta e che ogni tot tempo bisogna sradicarla molto lentamente e inserire al suo posto una talea della stessa pianta. Alla fine ora risulta cosi
La parte dietro a destra e vuota proprioa causa di questo "reimpianto"; Se notate davanti manca la Micranthemum (il cespuglietto verde davanti) la causa sono i pesciotti.... a forza di rovistare nel fondo l'hanno sradicata.

giovedì 10 luglio 2008

Poecilia Reticulata (Guppy)



Nome scientifico
Poecilia reticulata
Nome comune
Guppy, Pesce Milione, Lebistes
Famiglia
Poeciliidae
Sottofamiglia
Teleostei
Luogo di origine
Centroamerica
Temperatura
22°-28°
Valore dGH
6°-25°
Valore pH
Tra 7.0 e 7.5
Dimensioni
5 cm M, 7 cm F
Livello di nuoto

Globale

specie ovovivipera, partorisce direttamente piccoli già sviluppati e autonomi ogni 20-30 giorni circa. In natura le sue dimensioni sono 2,5 cm per il maschio e circa 5 per la femmina, contro rispettivamente 4 e 8 cm circa delle forme d’allevamento. Il dimorfismo sessuale è ben evidente, oltre alla minore taglia del maschio, esso si distingue anche per essere molto più colorato... Le femmine al contrario sono unicamente di colore grigio con una macchia nera (indicatore di gravidanza) nella zona urogenitale. La fecondazione avviene per accoppiamento diretto fra i due sessi, infatti il maschio possiede una pinna anale, detta gonopodio, che si è trasformata in organo sessuale mobile, adatto ad inseminare direttamente le femmine. L’accoppiamento è molto veloce, meno di un secondo. Sessualmente matura già a 2 mesi, ha un potere riproduttivo enorme, infatti nei luoghi d’origine è possibile vedere migliaia d’individui in zone ristrette. Famelico divoratore di larve d’insetti, è stato utilizzato per anni come arma biologica contro la malaria. Vive in acque con valori molto diversi, dai fiumi interni con acque molto tenere a quelle salmastre lungo la costa. Per quanto riguarda la temperatura il suo range d’adattamento è molto ampio, da 14 a 40 °C ma l’intervallo ideale è fra 22 e 28 °C. In natura preferiscono luoghi ricchi di vegetazione, cosi da portesi facilmente nascondersi dai loro predatori naturali, come altri pesci e uccelli. Per il campo scientifico, la possibilità d’avere fino a 4 generazioni nell’arco di un anno e le innumerrevoli combinazioni di colori possibili ha reso questo pesce un laboratorio naturale per lo studio della genetica.


martedì 8 luglio 2008

Echinodorus Marble Queen


Nome scientifico
Echinodorus marble queen
Famiglia
Alismaceae
Luogo di provenienza
Cultivar
Dimensioni
Altezza 15 - 20 cm; Larghezza 15-25 cm
Descrizione e coltivazione
- Pianta solitaria
- Posizione in acquario: centro
- Illuminazione: piena luce
- Crescita: veloce
Temperatura
22°-28°
Valore pH
6 - 8
Valore gH
6 - 18

Questa robusta cultivar, molto decorativa, presenta lamine sommerse inizialmente lanceolate che solo in un secondo tempo assumeranno una forma stretto-ovale con base cuoriforme e apice appuntito. Il nome "Marble Queen" è riferito alle foglie maculate che produce in coltivazione emersa e sembra che sotto una moderata illuminazione perda la maculatura, in coltivazione sommersa invece resta più marcata. Tende a formare foglie emerse per cui si consiglia di sostituire dopo alcuni mesi le piante grandi con piante più giovani. Le sue infiorescenze producono piante avventizie. Questa pianta non è il risultato di incroci bensì la sua colorazione (in coltivazione emersa) è dovuta ad una infezione virale. Da tenere presente che il virus si trasmette rapidamente dagli esemplari emersi alle foglie galleggianti delle ninfee, pertanto, si consiglia di non coltivare insieme queste due piante.

Inizio di un' avventura (ultima parte)

Verso gli ultimi mesi ho deciso di togliere quel brutto scatolone nero (filtro interno) e metterne uno serio esterno

Eccolo qua la marca è Eheim il modello Ecco 2232 400 L/h, perfetto per la grandezza del mio acquario. Molto molto silenzioso (non si sente proprio), piu potente di quello interno, di facile manutenzione ed aiuta notevolmente l'estetica.
In piu ho acquistato il termoriscaldatore (aggeggio che serve per mantenere l'acqua a una certa temperatura)

Eccolo, un 100W, fin troppo grande a dire il vero ma meglio piu grande che piu piccolino.
Alla fine ho rivisto anche tutto il Layout dell'acquario sostituendo la maggior parte delle piante che c'erano in fondo, ho aggiunto un sfondo nero cosi da creare piu profondità e il risultato è questo
La foto è datata 06/06 a breve inserirò nuove fotoe alcune schede di pesci e piante

lunedì 7 luglio 2008

Inizio di un' avventura (part. 2)

Dopo aver deciso dove posizionare il legno e che piante inserire, in un paio di settimane ho fatto qualche giretto in altri negozi (molto piu forniti del primo) e ho acquistato le prime piantine.
echinodorus marble queen
cryptocoryne lucens
cryptocoryne ondulatus
microsorium pteropus
3 cryptocoryne wendtii marrone
echinodorus red
pogostemon helferi
Tranquilli piano piano inserirò una scheda per ogni pianta cosi potete riconoscerle e capire le diverse caratteristiche.
Dopo circa 3-4 giorni dall'inserimento mi è girato il matto e ho acquistato una plafoniera e un impianto per CO2 (fondamentale per far crescere bene le piantine)


Questa è la plafo

E Questo l'impianto CO2 con bombola, manometri, tubo, valvola di non ritorno e diffusore
Questo è quello che è diventato dopo poco tempo
Quella cosa grande a destra è il filtro.... Ho tolto pure quello perchè era veramente brutto

Inizio di un' avventura (part. 1)

Eccoci qua, ho deciso, stranamente, di aprire un blog dedicato al mio angolo di natura. Tutto ebbe inizio nel lontano Novembre 2007; La mia voglia di spendere soldi abbinata alla curiosità di tenere un acquario mi spinsero ad iniziare quest' avventura.
Girando per i pochi negozi qui a Padova scelsi quello che, secondo me, era il piu affidabile...
Dopo ore di parlate con il gestore del negozio decisi di prendere un acquario da 60L netti con coperchio, filtro interno, un solo neon, fondo fertilizzato, sabbia e un bel ramo grande da inserire al centro.
Dopo averlo ordinato, ho atteso circa una settimana e me lo portai a casa.
Questo è l'acquario (ovviamente escludendo tutto quello che c'è dentro).
Il posto era gia deciso, affianco alla mia scrivania e davanti al letto, lo posizionai e inizia a lavare a fondo la sabbia per togliere tutte le schifezze che c'erano dentro.
Feci bollire il legno (per evitare che stesse a galla), riempii l'acquario, con appunto l'acqua e inizia a studiare quello che doveva diventare il mio angolo di natura.