mercoledì 23 luglio 2008

Cabomba caroliniana



Nome scientifico
Cabomba caroliniana
Famiglia
Cabombaceae
Luogo di provenienza
Africa centrale, Sud America
Dimensioni
Altezza 30-80+ cm; Larghezza 5-8 cm
Descrizione e coltivazione
- Pianta da gruppo
- Posizione in acquario: fondo
- Illuminazione: luce intensa
- Crescita: veloce
Temperatura
18°-26°
Valore pH
4 - 7
Valore gH
6 - 10

La Cabomba caroliniana deve origine del suo nome al fatto che arriva, manco a dirlo, dalla Carolina.
Non solo però; è presente anche in altre zone orientali degli U.S.A., nel sud America, ed esemplari di questa specie sono stati introdotti dall’uomo, con successo, anche nel continente asiatico ed in quello australiano.
Questa pianta acquatica nativa degli states, risulta probabilmente essere la meno difficile per quanto concerne la sua coltivazione in acquario.
Non lasciamoci ingannare però: l’intensità luminosa deve sempre essere alta, efficiente, e la somministrazione di co2 è importante.
La temperatura dell’acqua non dovrebbe andare oltre i 26°C, se non per brevi periodi di tempo, altrimenti la longevità della pianta viene messa in pericolo.
I fusti di Cabomba caroliniana raggiungono altezze superiori al metro e mezzo, in acquario cresce comunque a misure importanti, anche il diametro può sviluppare bene fino a 4-5 mm.
Il lembo fogliare caratteristico del genere, quasi arrotondato, ramificato, con picciolo fino a 2-3 cm di lunghezza, e diametro complessivo delle foglie capace di arrivare a 6-7 cm circa.
Il colore delle foglie è verde, cui cambia intensità di colorazione, può presentarsi più o meno carico, ed i gruppi di piante forniscono un aspetto gradevole.
Il fondo deve essere soffice per ospitare le tenere radici, La Cabomba caroliniana tollera anche un’acqua non così tenera come per altre specie del genere, non oltre però i 10°dgh e comunque leggermente acida.
Forse questo è l’unico effettivo parametro che rende più facile la sua coltivazione in acquario.
Per ottenere però la sua longevità, come è giusto prefissarsi, forte illuminazione e buona presenza di anidride carbonica, 25-35 mg x litro.
Risulta tanto capace di popolare densamente la vasca che la ospita, quanto di deperire rapidamente se non trova le condizioni ottimali sopracitate.
Dato il notevole riscontro che però gode presso gli appassionati, possiamo cimentarci nella sua coltivazione andando ad acquisire, sul campo, e attraverso articoli specifici, informazioni utili ed esperienza necessaria per riuscire con successo.
Quando cresce a sufficienza può essere lasciata flottare sulla superficie dell’acqua; ed i fusti sono in grado anche di sopravvivere per brevi periodi come piante galleggianti.
Se diamo lei le giuste condizioni si dimostra robusta e la dovremo sfoltire spesso.
In natura presenta spesso problemi di vera e propria invasione delle acqua in cui vive, tanto da essere considerata un’erbaccia per la capacità e la tenacia con cui è in grado di riprodursi, andando anche ad ostruire notevolmente i tratti di acqua che popola, diventando più robusta della specie nativa laddove è stata introdotta dall’uomo.
Quindi, esistono tutti i presupposti per ottenere successi longevi dalla sua coltivazione in acquario.

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